C’è chi lo chiama target, chi lo chiama pubblico, cluster, utenti, destinatari, o in mille altri modi. Ma alla fine quello che intendiamo è un insieme di persone che corrispondono a determinate caratteristiche.
Quando pianifichiamo una strategia, analizziamo il mercato e gli obiettivi. Identificare il target consiste nel capire quali sono le persone che fanno parte del mercato analizzato e che possono aiutarci a raggiungere l’obiettivo.
Un target può avere dimensioni diverse, da migliaia di persone fino ad una singola persona. Ogni dimensione ha le sue utilità e sapere quando considerarne una piuttosto che un’altra diventa importante per chi sta pianificando una strategia. Vediamo alcuni casi:
Quando è utile un Target ampio
Un target ampio prevede che le nostre comunicazioni vengano mostrate a molte persone. Torna utile quando dobbiamo creare un’audience, ad esempio per pubblicizzare un nuovo prodotto/servizio.
Possiamo quindi tracciare una tipologia di persone che potrebbero essere interessate e stabilire alcuni punti chiave come il sesso, l’età, interessi e distribuzione geografica.
Con questa configurazione non dobbiamo aspettarci grandi risultati, serve giusto per aumentare la visibilità.
Quando è utile un Target specifico
Se con un target ampio andiamo a parlare con molte persone che non conosciamo (e che non ci conoscono), con un target più specifico ci rivolgiamo prevalentemente a chi è già entrato in contatto con noi e che sappiamo essere potenzialmente interessati alle nostre attività. Un esempio di target specifico possono essere l’elenco di clienti, una mailing list o i partecipanti di un corso.
Quando il nostro prodotto/servizio è di qualità, si presume che il passaparola ci faccia entrare in contatto con sempre più persone ed è possibile che queste persone possano avere interessi completamente differenti. Ma alla fine è giusto così, no? Ogni persona è diversa dall’altra e non è detto che tutti debbano avere gli stessi interessi. Ciò che conta è: cosa li spinge a seguirci?
Se riusciamo a creare un database di informazioni del pubblico con cui interagiamo, avremo modo di segmentarlo sempre meglio, creando così campagne sempre più mirate.
Quando è utile la singola persona
Quando comunichiamo con il singolo è generalmente per campagne email, con bot di messaggistica o quando facciamo remarketing, cioè quando lo ricontattiamo sulla base di azioni che ha fatto in precedenza.
In questi casi non sono rilevanti gli interessi, l’età o il sesso. Ciò che conta è intercettare la persona per il motivo che l’ha spinta ad entrare in contatto con noi.
Contattare le singole persone è utile nei momenti in cui è necessario che prendano una decisione, quando ormai ci conoscono, hanno fiducia in noi e possiamo chiedere loro di compiere un’azione. L’azione che compiranno sarà il raggiungimento del nostro obiettivo.
Perché dobbiamo definire un target
Perché guardandola dal lato del pubblico: non c’è niente di più bello di avere ciò che desideri, nel momento opportuno.
Parlando con chi è interessato a noi, è molto più probabile che ci ascolti e che ci dia fiducia.
Se capiamo chi può essere più o meno interessato a ciò che facciamo, o semplicemente a quali persone mostrare i nostri annunci, faremo sì che i nostri sforzi non siano vani.
Cosa succede se non definiamo un target
Perché contattare chi non è interessato ci rende fastidiosi.
Perché contattare chi non è interessato ci farà solo sprecare tempo, sforzi e budget.
Perché se non definiamo il target faremo solo comunicazioni generiche.
Pensiamo alle volte in cui vediamo annunci che non c’entrano niente con noi o con i nostri principi. O quando ci contattano nel momento in cui non siamo ancora pronti a compiere l’azione.
Pensiamo alla sensazione provata in quei momenti e facciamo in modo di non far provare la stessa cosa a chi entrerà in contatto con noi.